I conflitti in famiglia: valenze positive e negative
I conflitti in famiglia sono degli eventi naturali che si ripetono ciclicamente nella vita delle persone. L’evento conflittuale assume una valenza positiva o negativa a seconda del modo in cui viene affrontato.
Nel testo “Senti che urla!” di Anna Coppola De Vanna e Ilaria De Vanna si afferma che i conflitti sono molto spesso legati ad un «momento fisiologico di cambiamento nel ciclo della vita di una famiglia oppure alla crisi di coppia che prelude una crescita della stessa». Nel peggiore dei casi il conflitto diviene un contenitore di ansie, tensioni e quindi fonte di malessere.
Le persone possono entrare in conflitto e quindi litigare, per diversi motivi. È importante indagare e dipanare le matasse del caos. Le discussioni possono essere dolorose e faticose da affrontare ma una volta superate diventano un’occasione di riflessione e di crescita relazionale.
Ecco le quattro tipologie conflittuali:
· I conflitti sui dati riguardano valutazioni differenti su fatti concreti oggettivi. Un esempio può essere rappresentato dalle divergenze tra coniugi sulle vacanze estive da far trascorrere al proprio figlio; a riguardo i due hanno idee differenti.
· I conflitti di valore interessano le persone che adoperano diversi criteri per valutare idee e comportamenti. Questi possono riguardare diversi aspetti della vita familiare, il più frequente è quello relativo alla concezione di autorità, ovvero come vanno educati i figli.
· I conflitti di relazione sono la tipologia tipica nei casi di separazione e divorzio. In essi non c’è comunicazione, non ci si sente ascoltati e compresi dall’altro, ma attaccati e criticati.
· I conflitti strutturali mantengono in vita la relazione tra due persone. Molte coppie, pur vivendo una crisi conflittuale, non hanno il coraggio di separarsi. I legami che appartengono a queste situazioni sono caratterizzati da comportamenti distruttivi che danneggiano e minacciano l’identità della persona.
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