Dove partorire: in casa o in ospedale?
L’atto di partorire evoca immediatamente l’immagine di un ospedale: medici, ostetriche, monitor e sale operatorie popolano l’immaginazione. Come scegliere dove partorire? In casa o in ospedale? La scelta però non cambia il significato più profondo di questo evento e tutte le emozioni che lo accompagnano, per la donna e per la coppia. Nel testo “Verso la nascita”, a cura di Verlato, Bastianini e Daniele, vengono descritte le possibili scelte tra l’assistenza al parto in una struttura ospedaliera e quella a domicilio.
L’assistenza al parto in ospedale
La figura dell’ostetrica richiama a sé la sala parto. Questa idea però non è corretta in quanto la sua presenza accompagna tutte le tappe evolutive della vita di una madre e non solo il momento del parto. È possibile infatti ritrovarla nei consultori familiari, nei reparti di ostetricia e ginecologia, in sala operatoria ma anche nella fase che precede il parto. Gli spazi in cui l’ostetrica è presente, è condiviso insieme ad altre figure professionali che collaborano per assicurare assistenza alla donna e al neonato. Importante è che s’instauri un rapporto di fiducia che faccia sentire al sicuro la mamma.
L’assistenza al parto a casa
Altre volte la coppia sceglie di partorire il bambino in casa. Perché? Per un maggiore bisogno di intimità, per un desiderio di vicinanza con il bambino non ostacolato dalle diverse interferenze, per evitare strutture ospedaliere spesso considerate troppo invasive e per avere un parto che sia il più naturale possibile. Chi opta per questa scelta è spesso considerato un irresponsabile. Ma questo giudizio è spesso errato, infatti i genitori sono estremamente attenti ad ogni singolo aspetto di questa decisione. Scelgono ostetriche, pediatra, acquistano tutto il necessario e in quale ospedale essere trasferiti qualora ce ne fosse bisogno.
Per approfondire la tematica clicca qui per accedere alla scheda del libro “Verso la nascita”.